"Prosciutto di Mare" e "Colatura di Alici"
Cetara, piccolo borgo marinaro della fascinosa Costiera Amalfitana, è stato da sempre un paese di pescatori: il nome, infatti, deriverebbe da cetarium (luogo di lavorazione del pesce), a indicare una tradizione legata all’attività marinara accertata già dall’VIII secolo d.C.
La colatura di alici nasce probabilmente ad opera di monaci cistercensi della canonica
di San Pietro di Amalfi, i quali conservavano le alici sotto sale, riponendole nelle botti non più adatte per il vino a causa delle doghe scollate.
Sotto l'azione di maturazione del sale, le alici perdevano liquidi che colavano tra le fessure delle botti,inondando il posto di un profumo gradevole.
Questa invenzione si divulgò nei monasteri della zona e tra i cittadini della costa, che si industriarono per produrre il liquido in casa, filtrando con l’alambicco (cioé un cappuccio di lana o tela già utilizzato per filtrare il mosto) la salamoia delle alici.
Ancora oggi i cetaresi mantengono in vita l’industria di conservazione del pescato che produce
il "prosciutto di mare" e la famosa "colatura di alici": come un tempo, ancora oggi è usato lo stesso cappuccio al quale va il merito di riproporre l’antica tradizione culinaria, con la stessa attenzione che un popolo riserva alle memorie storiche ed artistiche.
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